Padri separati ridotti alla povertà
Secondo i dati cresce il dramma dei padri separati costretti a stati di indigenza e allontanamento dai figli
Quello dei padri separati è un dramma che si consuma silenzioso
tra stati di indigenza ed allontanamento dai figli. Migliaia e migliaia
di uomini che, a causa della crisi economica, per mantenere l'ex moglie
e ai figli, non hanno i soldi per pagare un affitto e così vivono
dentro un'automobile o peggio si riducono a stare in mezzo ad una
strada. L'ultimo caso a destare clamore mediatico è stato quello di
Marco Della Noce, il comico di Zelig finito sul lastrico a causa di un divorzio conflittuale, con impegni economici gravosi che non è riuscito a soddisfare e dai quali sono derivati pignoramenti e sequestri.
Padri sulla soglia della povertà
Secondo
i dati raccolti dalla Caritas (aggiornati al 2015) sono 800mila in
Italia i padri sulla soglia di povertà, che fanno un pasto adeguato ogni
due giorni e arrivano a fine mese con grande difficoltà. L'Ami
(Associazione degli avvocati matrimonialisti), spiega che solo 50mila
vivono a Milano e 90mila a Roma. Senza l'aiuto delle famiglie d'origine,
questi uomini spesso si ritrovano sul lastrico.
Dati Istat: età media di separazione tra i 45 e i 48 anni
È
il Sole 24 Ore a riportare i dati su matrimoni e divorzi in aumento.
Nel 2015, con l'arrivo del "divorzio breve", l'aumento degli
scioglimenti delle unioni è stato del 57% rispetto al 2014. Sono state
82.469 coppie che hanno divorziato, alle quali si aggiungono le
ulteriori 91.706 che si sono separate.
Secondo i dati Istat, al
momento della separazione i mariti hanno mediamente 48 anni e le mogli
45 anni. Un momento particolare per cui chi subisce il blocco della
partita Iva difficilmente riesce a trovare un nuovo lavoro. Proprio nel
momento in cui lavorare serve maggiormente per far fronte agli impegni
di padri separati che devono lasciare l'abitazione ma continuare a
pagarne il mutuo, al quale si aggiunge il fitto del nuovo alloggio con
bollette maggiorate perché questo risulta come seconda casa. E poi
ancora ci sono l'assegno per i figli e quello per la moglie. Per non
parlare dei costi dei legali per affrontare la separazione o il
divorzio.
Sempre
secondo i dati dell'istituto di statistica, inoltre, la percentuale di
separazioni in cui la casa coniugale è stata assegnata alle mogli è
aumentata dal 57,4% del 2005 al 60% del 2015 e arriva al 69% per le
madri con almeno un figlio minorenne. Inoltre, nel 94% delle separazioni, il tribunale impone al padre un assegno di mantenimento.
Il
lato peggiore di tutte queste situazioni è che le difficoltà economiche
si ripercuotono nel rapporto coi figli. A volte il locale in affitto
per abitare è così piccolo che separati o divorziati non riescono ad
avere il permesso di pernottamento per i bambini che passeranno meno
tempo col padre.
Tutela per i padri divorziati
Su questa
triste tematica qualche regione ha cercato di correre al riparo. Un
assegno mensile per i papà divorziati che si trovano in grave difficoltà
e una corsia privilegiata nelle graduatorie per gli alloggi erano al
centro di proposta di legge del Friuli Venezia Giulia, che costituisce
senz'altro un modello replicabile a livello nazionale, dato che la
categoria dei padri separati e divorziati rientra ormai, insieme a
precari, licenziati e altre situazioni di disagio, nelle "nuove
povertà". Ma diverse realtà regionali, tra cui la Lombardia, stanno
cercando di porre un freno al problema.
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