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L'Avv. VANIA SCIARRA è avvocato matrimonialista specializzato nel diritto di famiglia, in particolare nella soluzione stragiudiziale e giudiziale delle controversie in ambito matrimoniale, SEPARAZIONI e DIVORZI, e nell'ambito di CONVIVENZA more uxorio.
E' possibile ricevere assistenza legale - oggi grazie anche all'introduzione del PCT (Processo Civile Telematico) - SULL'INTERO TERRITORIO NAZIONALE, ed in tempi brevissimi, grazie agli interventi legislativi di modifica apportati in materia con il D.L. 12 settembre 2014 n. 132 (G.U. n. 212 del 12.09.2014)(Procedura di negoziazione assistita da un avvocato - Divorzio breve).



lunedì 30 ottobre 2017

Padri separati ridotti alla povertà

Padri separati ridotti alla povertà

Secondo i dati cresce il dramma dei padri separati costretti a stati di indigenza e allontanamento dai figli
Quello dei padri separati è un dramma che si consuma silenzioso tra stati di indigenza ed allontanamento dai figli. Migliaia e migliaia di uomini che, a causa della crisi economica, per mantenere l'ex moglie e ai figli, non hanno i soldi per pagare un affitto e così vivono dentro un'automobile o peggio si riducono a stare in mezzo ad una strada. L'ultimo caso a destare clamore mediatico è stato quello di Marco Della Noce, il comico di Zelig finito sul lastrico a causa di un divorzio conflittuale, con impegni economici gravosi che non è riuscito a soddisfare e dai quali sono derivati pignoramenti e sequestri.

Padri sulla soglia della povertà

Secondo i dati raccolti dalla Caritas (aggiornati al 2015) sono 800mila in Italia i padri sulla soglia di povertà, che fanno un pasto adeguato ogni due giorni e arrivano a fine mese con grande difficoltà. L'Ami (Associazione degli avvocati matrimonialisti), spiega che solo 50mila vivono a Milano e 90mila a Roma. Senza l'aiuto delle famiglie d'origine, questi uomini spesso si ritrovano sul lastrico.

Dati Istat: età media di separazione tra i 45 e i 48 anni

È il Sole 24 Ore a riportare i dati su matrimoni e divorzi in aumento. Nel 2015, con l'arrivo del "divorzio breve", l'aumento degli scioglimenti delle unioni è stato del 57% rispetto al 2014. Sono state 82.469 coppie che hanno divorziato, alle quali si aggiungono le ulteriori 91.706 che si sono separate.
Secondo i dati Istat, al momento della separazione i mariti hanno mediamente 48 anni e le mogli 45 anni. Un momento particolare per cui chi subisce il blocco della partita Iva difficilmente riesce a trovare un nuovo lavoro. Proprio nel momento in cui lavorare serve maggiormente per far fronte agli impegni di padri separati che devono lasciare l'abitazione ma continuare a pagarne il mutuo, al quale si aggiunge il fitto del nuovo alloggio con bollette maggiorate perché questo risulta come seconda casa. E poi ancora ci sono l'assegno per i figli e quello per la moglie. Per non parlare dei costi dei legali per affrontare la separazione o il divorzio.
Sempre secondo i dati dell'istituto di statistica, inoltre, la percentuale di separazioni in cui la casa coniugale è stata assegnata alle mogli è aumentata dal 57,4% del 2005 al 60% del 2015 e arriva al 69% per le madri con almeno un figlio minorenne. Inoltre, nel 94% delle separazioni, il tribunale impone al padre un assegno di mantenimento.
Il lato peggiore di tutte queste situazioni è che le difficoltà economiche si ripercuotono nel rapporto coi figli. A volte il locale in affitto per abitare è così piccolo che separati o divorziati non riescono ad avere il permesso di pernottamento per i bambini che passeranno meno tempo col padre.

Tutela per i padri divorziati

Su questa triste tematica qualche regione ha cercato di correre al riparo. Un assegno mensile per i papà divorziati che si trovano in grave difficoltà e una corsia privilegiata nelle graduatorie per gli alloggi erano al centro di proposta di legge del Friuli Venezia Giulia, che costituisce senz'altro un modello replicabile a livello nazionale, dato che la categoria dei padri separati e divorziati rientra ormai, insieme a precari, licenziati e altre situazioni di disagio, nelle "nuove povertà". Ma diverse realtà regionali, tra cui la Lombardia, stanno cercando di porre un freno al problema.

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